Pensare l'antico

Pensare l’antico è un progetto extracurriculare di Antonella Antonini e Marco Giacobbe 

 Il progetto 

Abbiamo immaginato un percorso snello nel numero di appuntamenti, ma denso in ogni singola occasione di incontro. Quattro sessioni in aula, una al mese per quattro mesi, seguita ognuna da un’uscita nello stesso mese dell’incontro. In ogni sessione una doppia attività: preparare sia l’uscita imminente in spazi archeologici romani (Musei Capitolini, Largo Argentina e Crypta Balbi, Ara Pacis Augustae e Mercati di Traiano), sia ad una visita finale ad Ercolano, in cui ragazze e ragazzi sono i protagonisti, le guide per noi. I discenti appartengono soprattutto delle prime e delle seconde, con la speranza di instillare in loro un interesse che possano approfondire nei restanti anni di liceo.  Lavoriamo sui seguenti obiettivi: 

  • accrescere la conoscenza del mondo romano attraverso i suoi manufatti ed i musei che li contengono 
  • collegare le conoscenze acquisite dalle discipline con la realtà storico - topografica della Roma antica
  • saper riconoscere i materiali  in relazione al contesto ed alla finalità per cui sono stati prodotti
  • rafforzare le competenze di educazione civica in merito alla salvaguardia dei beni culturali attraverso i concetti chiave di rispetto, partecipazione e comunità
  • sperimentare la didattizzazione delle conoscenze archeologico - museali al fine di far realizzare ai discenti una guida per la visita ad Ercolano 

 

Gli appuntamenti pomeridiani 

Oggi sono iniziati gli appuntamenti pomeridiani di "Pensare l'antico". "Un progetto dal nome altisonante!" Ho detto ai ragazzi del biennio che sfidando le previsioni meteo e una pioggia insistente si sono presentati alla spicciolata, un po' timidi e fiacchi dopo tante ore di lezione. È un titolo importante, mi sono accorta mentre spiegavo loro, perché formato da un verbo all'infinito, una specie di imperativo categorico, e da un oggetto che in realtà è un aggettivo sostantivato che racchiude il contenuto delle discipline che affrontano ogni giorno in aula: il latino, il greco, la letteratura in generale, le scienze umane e l'arte. Pensare nel senso di pesare, soppesare, valutare, apprezzare, cose che, presi dai tempi serrati e dagli impegni che incalzano, non possiamo sempre permetterci il lusso di fare. E quello che è stato previsto per loro è proprio questo: il tempo dedicato al pensiero, alla valutazione di cose che abbiamo a portata di mano, ma proprio per questo a volte potrebbero correre il rischio di sfuggirci.  Otto appuntamenti, quattro in aula a parlare di storie e archeologia e quattro in giro per Roma( Musei Capitolini, Cripta Balbi  Ara Pacis, Mercati di Traiano) alla ricerca di ciò che di più bello l'educazione e la bellezza possono donare quando convergono con la passione e il senso di comunità: il buon gusto. 

 Copertina de Pensare l'antico

La preparazione della visita ad Ercolano 

Dell'urbanistica, ovvero Perdersi ad Ercolano. Il mio compito era quello di tracciare il perimetro della città emersa dagli scavi, 4,5 ettari sui 20 totali della sua reale estensione, l'intento era quello di dare l'idea degli edifici pubblici più importanti, tra quelli ritrovati: il Teatro, la palestra, le terme suburbane, il sacello degli Augustali, taverne e botteghe, mura quasi inesistenti, ovvero, diventate altro, e splendide terrazze.. Però...è stato impossibile non ritrovarsi ogni volta a curiosare all'interno delle meravigliose abitazioni private, non notare l'ostinato tentativo di abbellire, stupire, donare alla cittadinanza, lasciare il segno...chiara gara all'urbanitas, vero surrogato dell'immortalità. 

 

Visita ai Musei Capitolini 

Sguardo in su, per una volta. Nuove prospettive per un gruppo di simpatici curiosi.  

Abbiamo rubato le mele d'oro con Ercole, raggiunto il cuore del Tempio di Giove Capitolino, immaginato ancora e ancora. Marco Aurelio vigilava su di noi. 

 

Visita all’area sacra di Largo Argentina ed alla Crypta Balbi 

La Crypta Balbi, ovvero dell'immaginazione. Da dove cominciare, in una splendida giornata di dicembre, un discorso davvero impegnativo e complesso al consueto gruppo di ragazzi che questa volta è più entusiasta del solito e che troviamo lì seduti alla Torre del Papetto come se fossero a casa loro? Oggi vedremo quello che non vedremo (!). 

Divertiti e con tanta tanta curiosità scendiamo fino a 5 metri nel sottosuolo, troviamo lo scheletro di un edificio gigantesco, raffinato e depredato, che ha ospitato al suo interno anche una cisterna e una calcara, la bottega per riciclare il marmo e farne calce. La città scompare, con le luci di Natale, il via vai di gente ed i clacson. Cominciamo a cercare tracce dell'antico Teatro di Balbo, euerghetos ed amico di Augusto, finanziatore di un incredibile monumento, del quale già in epoca medievale non resta ben leggibile che il porticato, che viene occupato dai piccoli laboratori di artigiani, ricordato nel nome di Via delle botteghe oscure. Un nome, un presagio: nella traversa attigua verrà fatto ritrovare secoli dopo il cadavere di Aldo Moro. Storie, leggende, atti di fede: il complesso prima di essere inghiottito nell'edilizia degli anni '20 diventa monastero e tanto tanto altro, che non può essere visto se non con gli occhi dell'immaginazione, "mirato" per citare Leopardi: vedere solo col cuore, credere come atto di fede. Ai ragazzi vengono affidate le fonti che raccontano il Medioevo: dagli affreschi dei Sette sapienti di Efeso e alle cronache e bolle papali che narrano della processione delle signorine pericolanti, le vergini miserabili del Santuario di Santa Maria in Domine Rose, finita in rissa, schiaffi e divieti, ma questa è un'altra storia… 

 

Visita all’Ara Pacis Augustae 

Ara Pacis Augustae..ancora noi, alla scoperta del monumento più incredibile di Roma, per storia, collocazione e recupero. Il grande altare, dedicato alla pace che Augusto aveva riportato a Roma ("Ho chiuso le porte del tempio del dio Giano" scrive nelle Res gestae), vista come promessa di prosperità eterna per la città, si trovava in un'altra zona del Campo Marzio, ma solo pochi secoli dopo , già dimenticato, era stato ingoiato da una inondazione del Tevere. Fu Mussolini, a promuoverne la ricostruzione e la nuova musealizzazione, proprio accanto al mausoleo di Augusto, in linea di continuità con quello che il duce sperava di trovare nell'impero : un ipotetico parallelismo col il fascismo. Ricostruzione in parte problematica  a causa dell'estrema frammentarietà dei resti e delle possibili interpretazioni, ma ciò che conta oggi, è l'evidente tentativo di proporre un'immagine imponente (niente a che vedere con i suoi modelli culturali, l'altare di Pergamo e il Partenone), il corrispettivo di quanto leggiamo nell'Eneide. Ma ...c'è sempre un ma...il solito curioso aneddoto che svela particolari non di poco conto. Poco lontano, sotto il palazzo della Cancelleria, giace sommersa la suggestiva tomba del console Aulo Irzio, grande condottiero, amico di Cesare, passato dalle fila di Antonio a quelle di Ottaviano, quando questi decise di muovergli guerra. Aulo Irzio aveva combattuto e sconfitto il suo ex amico, Antonio. Tuttavia, misteriosamente, dopo la battaglia di Modena...muore....e viene seppellito con grande magnificenza nel Campo Marzio. Perché?già...perché?forse perché, dicono le fonti, Ottaviano, già raffinato stratega, non si fidava di lui? Ottaviano Augusto..meglio averlo come amico...che come nemico! 

 

Visita ai Mercati di Traiano 

L’unica uscita in cui ci siamo affidati ad una guida gratuita della Sovrintendenza, una persona di grande esperienza e che ha saputo dare un senso a tutto ed una risposta esauriente alle domande di ragazze e ragazzi. E piaciuto anche a noi docenti lasciarci risucchiare nella piccola folla degli adolescenti, interagire con loro ed ascoltare attenti il cicerone  di turno. Sì, perché dopo tre uscite in cui siamo riusciti a calamitare l’attenzione del nostro gruppo di alunni ed alunne, l’intenzione era proprio quella di mostrare loro la professionalità di un esperto, una guida di mestiere. Un luogo in cui la tecnologia edilizia romana ha lasciato un segno enorme della sua evoluta capacità di dare risposte concrete a grandi problemi architettonici. In quelle volte maestose abbiamo sentito tutto il peso della burocrazia imperiale che gestiva quelle sale. Ma anche la storia che è fluita ininterrotta ha lasciato nelle scritture di soldati ottocenteschi la traccia di un acquartieramento postunitario. Un clima atmosferico negativo iniziale, un po’ di pioggia e di grigio, ha permesso di avere una gran bella sorpresa finale:il monumento ed il panorama intorno scintillavano per il sole che colpiva le strutture bagnate, con un cielo limpido e brillante. 

Visita ad Ercolano 

Finalmente Ercolano, meta attesa per tutto un anno passato a cercare, lavorare, pensare. 

I ragazzi hanno una "casa" ciascuno, si accompagnano gli uni gli altri in questo entusiasmante percorso. Abbiamo suddiviso le poche insulae strappate all'oblio dell'inesorabile vulcano, e spesso il gruppo si trova con qualche elemento in più, che ascolta di frodo le nostre guide. Io ho scelto la casa che, a chiusura di questo nostro cammino, rappresentava, secondo me, il senso del nostro viaggio nella storia: la casa di Nettuno e Anfitrite, la casa di una storia d'amore. Un'abitazione ricostruita e diventata bella e solida poco prima dell'eruzione, con le tubature dell'acqua corrente a vista e che ha, nella sua parte più nascosta, un piccolo finto-ninfeo, con specchi d'acqua e, incorniciata in un tripudio di azzurri, una storia sui generis. Forse in segno di devozione, ho detto ai ragazzi, per un matrimonio ben riuscito. Nettuno era innamorato della ninfa Anfitrite, che bella e sdegnosa, rifiutava la corte del dio, fino a fuggire negli angoli più nascosti del mondo.- E che matrimonio riuscito è?-protestano i ragazzi. Io continuo a raccontare: un delfino, incaricato dal dio, riportò la ninfa da lui e finalmente il rito si tenne, e legò i due in una unione felice. Allora ho inventato che il proprietario della casa abbia rivisto in questa storia lui e la sua consorte, dei quali non ci è stato dato conoscere l'identità. Ma l'amore sì, l'amore resta! Alla prossima!!! 

 

Saluti 

Alla fine, ad Ercolano, sono potuti venire in 20 dalle varie classi, più una ex alunna del Liceo che si è voluta aggregare, dato il suo corso di studi universitario affine al tema della nostra attività. In realtà le ragazze ed i ragazzi che l’hanno frequentata sono stati più del doppio, anche se alcuni in modo non costante. 

Noi ci sentiamo di ringraziarli tutti per l’entusiasmo, la curiosità, l’interesse che hanno dimostrato verso le nostre sollecitazioni, ma ancor più perché hanno mostrato quanto il mondo antico, se mediato, fatto apprezzare e proposto con densa leggerezza, se pensato, appunto, possa essere una parte importante della vita di noi moderni. 

Anche per questo ci sentiamo di riproporre per il prossimo anno un percorso analogo ma nuovo, ricchi di questa esperienza che i nostri adolescenti ci hanno regalato.