Cos'è l'immagine, se non il disperato, più o meno consapevole, tentativo di comunicare qualcosa, lasciare traccia di sé, esorcizzare la paura della morte, superare il "complesso della mummia"? E ancora, come può essere utilizzata? Serve a descrivere la realtà, o a darne una mera, personalissima impressione? Questi e altri interessanti spunti, lanciati con un approccio dialettico, più che come conoscenza statica, sono stati protagonisti del progetto "Il cinema come sguardo".
È necessario oggi ragionare sulle immagini che assorbiamo tutti i giorni, immagini, che in maniera chiara o a volte più o meno subdola comportano sempre un messaggio, anche quando sembra non esserci. Il virtuale, da semplice tecnica si trasforma talvolta in sistema di interpretazione del reale, e sollecita una riflessione, da parte di tutti: ecco rivelato il mistero che porta alla scoperta della crisi che l'uomo contemporaneo porta con sé. Il cinema in fondo, altro non è che un tentativo di raccontare, inventare, cambiare questa realtà, riproducendola o trasformandola in quella magica fantasmagoria che è il FILM!
Il Contest finale del Progetto "IL CINEMA COME SGUARDO" ha visto la partecipazione di tutte le scuole della Rete con una pluralità interessante di sguardi e una ricca rielaborazione dei temi e delle questioni sviluppate in seno al progetto. Il linguaggio cinematografico e il tema del MODULO scelto da parte di ogni singola scuola sono stati interpretati da studenti e studentesse in maniera personale; si auspica che le classi possano continuare in questa direzione e trovare in futuro un approfondimento sempre più consapevole e critico del mezzo espressivo.
Le classi che si sono distinte con i propri lavori per aderenza al tema del modulo scelto, per originalità, per interpretazione del linguaggio cinematografico e dei film guardati durante il progetto, per sviluppo creativo del CINEMA COME SGUARDO sono:
4F Liceo BDN - Premio di visita guidata entro il 30 maggio di Cinecittà Studios o MAXXI di Roma
4E Liceo BDN - Studente Federico Laconi Menzione speciale.
Nel complimentarci con i nostri studenti, condividiamo con tutti le parole del nostro alunno Federico Laconi a commento del suo lavoro.
Per capire fino in fondo Roma, non si devono conoscere solo i monumenti, le chiese e le grandi costruzioni che la rappresentano. Per capire Roma bisogna entrare nelle case delle persone, nelle taverne, nei quartieri poveri e in quelli ricchi, perché gran parte della bellezza della città eterna la troviamo nella sua tradizione.
L’idea dalla quale son partito per eseguire il montaggio è stata quella di voler trovare la bellezza anche negli scorci dimenticati. Quando sento parlare di Roma, il commento più comune è un elogio al centro storico che, per quanto mi riguarda, è la punta dell’iceberg rispetto alla reale bellezza della nostra città.
Per questo motivo mi è piaciuto evidenziare nel video anche luoghi non così conosciuti, come ad esempio la Chiesa di San Felice a Centocelle ripresa dal film di Pasolini “Accattone” o le strade deserte percorse da Nanni Moretti sulla vespa in “Caro diario”.
Tuttavia è innegabile che l’immagine che le persone hanno della nostra città, è quella ripresa in alcuni film imprescindibili e che per questo ho voluto citare, come “Roma” di Fellini e “Vacanze romane” di William Wyler.
Roma è una città ricca di vita, caotica, dove all’apparenza non si è mai soli, ma che allo stesso tempo ti dimentica, ti abbandona. Ed è questo che ho voluto esaltare inserendo la scena tratta dal film “Nostalghia” di Andrej Tarkovskij nella quale un uomo si da fuoco in mezzo alla folla, dove tutti lo guardano ma nessuno interviene per fermarlo.
Roma è simbolo di grandezza e potere, meta ambita per chi vuole raggiungerli: politica e chiesa sono le due mani che modificano il corso della storia nella massima indifferenza del popolo, che invece di pensare si inchina ad esse.