La gara del Certamen Benedectinum
La prova del Certamen Benedectinum è stata sicuramente una gara ricca di spirito giovanile e di cultura classica.
Le schiene incurvate sul banco, le dita che scorrono il vocabolario, la preoccupazione per il tempo che passa. Tre classi piene di alunne ed alunni che cercano di dare il meglio di sé. Non è facile per noi adulti navigati rivivere l’emozione di ragazze e ragazzi tanto motivati che si cimentano per la prima volta, al 99%, con un certamen, con il mettere in gioco conoscenze, e competenze che sperano o scoprono di avere.
Cicerone, Seneca, una preghiera tardoantica alla Terra, un brano di Gregorio Magno sulla vita del San Benedetto a cui è intitolato il liceo: testi complessi, nuovi spesso per l’esperienza didattica abituale, adeguati a tirar fuori dai partecipanti la loro capacità di tradurre, interpretare, riproporre in buon italiano.
Una cinquantina di partecipanti, in qualche modo la parte più preparata nella materia della nostra scuola (almeno 8 di media in latino nell’anno precedente o nel primo quadrimestre per le prime), le promesse per questo mondo scolastico che affonda le radici nel “classico”, ma anche proiettata verso il futuro, con tutte le radici.
Cospicua la partecipazione delle Scienze umane: circa un terzo del totale dei partecipanti appartenevano al biennio di questo indirizzo.
Un grazie, sentito, ai partecipanti per il loro spirito acceso e combattivo,ma anche ai docenti che hanno allestito il tutto, con il supporto di un sempre disponibile staff di dirigenza.
Una quarta edizione del certamen che lascia ben sperare per il futuro.